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Materiale Didattico

Paramorfismi: conoscerli, prevenirli e curarli (parte 2)


DEFINIZIONE DI GINNASTICA CORRETTIVA
Occorre fare una premessa: la ginnastica correttiva non è kinesiterapia, né ginnastica medica, né fisioterapia o psicomotricità. La ginnastica correttiva si applica a soggetti in età evolutiva del tutto sani ed è l’insegnante di Educazione Fisica che già nelle scuole dovrebbe individuare gli alunni portatori di paramorfismi ed indirizzarli verso tale disciplina. In passato si è pensato di applicare la ginnastica correttiva anche su quadri patologici che per la loro gravità non potevano beneficiare degli effetti della stessa. Questo errore ha portato grossissimi danni all’immagine, alla considerazione e al prestigio della ginnastica correttiva.



Possiamo definire la ginnastica correttiva come la materia che studia l’esercizio fisico valutando l’efficacia nel correggere i paramorfismi. Dalla definizione capiamo bene come sia fondamentale la conoscenza dell’Educazione Fisica, degli sport e di tutte le attività motorie in generale. 

Sorge spontanea una domanda: cos’è l’Educazione Fisica? Emilio Bauman definì la stessa come l’insieme degli studi che si rivolgono all’insegnamento e all’applicazione pratica delle norme igieniche.  Quindi l’Educazione Fisica comprende:

1)      L’insegnamento e la pratica dell’igiene personale e dei luoghi di dimora e di lavoro

2)      L’insegnamento e la pratica per una corretta alimentazione

3)      Conoscenza elementare del funzionamento del corpo umano

4)      Corretta educazione sessuale

5)      Educazione stradale

6)      Educazione civica

7)      Attività motoria che sostituisce le esperienze naturali di movimento previste per l’uomo e che oggi non si possono più praticare


GINNASTICA CORRETTIVA
Entriamo nello specifico della definizione: Girolamo Mercuriale la definì come la scienza che studia l’esercizio fisico, gli effetti che con esso si possono produrre sull’organismo umano, e che ha per fine il conseguimento ed il mantenimento della buona salute. Emilio Baumann definì l’esercizio fisico come qualsiasi atto motorio voluto e precisato. Adesso è doveroso fare delle precisazioni:

1)      La ginnastica correttiva si occupa di paramorfismi.

2)      La ginnastica correttiva non necessariamente porta a modificazioni anatomiche dell’organismo perché essa agisce sui paramorfismi.

3)      Gli esercizi scelti devono essere dettati dalla conoscenza dell’anatomia funzionale.

4)      La ginnastica correttiva è utile a tutti i cultori delle attività motorie in generale perché nella loro esperienza lavorativa si troveranno sicuramente di fronte a soggetti portatori di paramorfismi.

5)      Le tecniche di ginnastica correttiva, una volta verificate dal punto di vista pratico, teorico e soprattutto medico, possono essere utilizzate in associazione alla cura specifica anche nei casi di dismorfismo.

La ginnastica correttiva si distingue dalla kinesiterapia per due aspetti fondamentali: il primo è che la ginnastica correttiva è appunto “ginnastica” e come tale si rivolge a soggetti sani. La seconda è che essa non è una terapia (anche se personalmente ritengo l’Educazione Fisica come una terapia ma ciò nonostante è più corretto considerare l’Educazione Fisica come una attività a carattere preventivo e non terapeutico).

PRESUPPOSTI TEORICI E MECCANISMI D’AZIONE
Quante volte noi addetti ai lavori ci siamo trovati di fronte persone, anche qualificate, che ci raccontano di non credere all’efficacia della Ginnastica Correttiva? Personalmente tante. Affermazione che mi colpisce e mi amareggia profondamente. Ho sempre pensato che “non crede chi non sa”; ma l’ignoranza si ripercuote svantaggiosamente sia sulla nostra materia, sia sui bambini portatori di paramorfismi che potrebbero beneficiare della Ginnastica Correttiva. Facciamo un esempio pratico: bambino con dorso curvo astenico, il pediatra decide di indirizzarlo verso il nuoto e non verso la ginnastica correttiva perché non ci crede.

Il medico ha fatto bene? Da specialista in Ginnastica Correttiva, e confortato da pareri di illustri ortopedici e fisiatri, dico di no. Il nuoto si pratica in acqua, in posizione orizzontale, e quindi nuotando non vengono impegnati in modo specifico i muscoli antigravitari , non si realizzano gli stiramenti e gli allungamenti  necessari per sbloccare le articolazioni rigide e non vengono dati i giusti stimoli in posizione ortostatica del corretto portamento.

Cosa succede in questi casi? Che quel bambino, i cui genitori si erano rivolti al medico per avere indicazioni terapeutiche, non risolva il problema perché è stato indirizzato verso un’attività collaterale invece che alla Ginnastica Correttiva. Sicuramente sarà importante che quel bambino impari pure a nuotare, ma se quel medico avesse “conosciuto” la Ginnastica Correttiva e avesse “saputo” della sua efficacia nella correzione dei paramorfismi invece di “non credere” in essa sarebbe stato meno ignorante lui e avrebbe fatto sicuramente del bene a quel bambino.

Fatta questa premessa passiamo ai presupposti teorici:
1)      Trattamento solo su Paramorfismi quindi assenza di patologia o deformità strutturate.

2)      Il soggetto va trattato nella fase in cui il suo scheletro si sta formando ed è quindi modificabile

3)      Bambino mediamente intelligente e che, sia lui che la sua famiglia, vogliano utilizzare la Ginnastica Correttiva per risolvere il problema.

4)      Le tecniche di ginnastica utilizzate devono essere quelle giuste.

5)      Soltanto un determinato segmento corporeo deve essere investito dall’azione correttiva dell’esercizio ginnico senza che esso gravi negativamente sui segmenti corporei vicini deformandoli.

Per quanto riguarda il meccanismo d’azione della ginnastica correttiva si potrebbe dire tantissimo. Dico solo che esso è lo stesso che funziona per tutta l’Educazione Fisica, per tutte le attività sportive e lavorative e, in generale, per tutto il movimento umano.

   

GINNASTICA CORRETTIVA COSA CAMBIA TRA IL PRIMA E IL DOPO
Alla base c’è il concetto del “correggere volontariamente” il Paramorfismo. In ambito medico risulta difficile considerare una tecnica efficace se non dà risultati dal punto di vista radiologico e funzionale. Il soggetto era correggibile anche prima del trattamento ed è ugualmente correggibile dopo il trattamento. Torneremo in seguito a spiegare questo aspetto. Ma allora cosa è cambiato tra il prima e il dopo aver fatto Ginnastica Correttiva? La forza muscolare è suscettibile di miglioramento, le articolazioni migliorano la loro escursione articolare, migliora lo schema corporeo e quindi il controllo volontario delle varie parti del corpo che consentono di mantenere una posizione corretta.

GINNASTICA COME SCIENZA
La ginnastica è una scienza. Il mettere in pratica questa scienza sarà un’arte: l’arte di relazionarsi con un’altra persona insegnando loro i movimenti. La ginnastica si avvale delle conoscenze di altre materie quali: Biologia, Anatomia, Neurologia.

BENEFICI DELLA GINNASTICA CORRETTIVA 

1)      Miglioramento del metabolismo

2)      Irrobustimento muscolare

3)      Prevenzione osteoporosi

4)      Irrobustimento osseo

5)      Miglioramento funzionalità articolare

6)      Miglioramento funzione cardiocircolatoria

7)      Miglioramento funzione respiratoria

8)      Miglioramento funzione intestinale

9)      Miglioramento funzione neurologica

10)   Prevenzione e cura paramorfismi

11)   Acquisizione di coordinazione motorie

12)   Sviluppo visione periferica

13)   Miglioramento delle risposte motorie a stimoli

14)   Prevenzione di infortuni

15)   Prevenzione obesità

16)   Salute mentale (sviluppo capacità decisionali, scarico tensioni emotive, occasione di svago, prevenzione dei vizi, amore per il proprio corpo).

Durante l’età evolutiva praticare ginnastica determina il così detto “accumulo di riserva fisica” che potranno essere utilizzate nella vita adulta e “consumare” durante l’invecchiamento, rallentandone il decorso e mantenendo la qualità della vita ai livelli più alti possibili. L’Educazione Fisica e la ginnastica può essere vista come una “banca della salute”.

ALCUNI ESERCIZI DI GINNASTICA
Le posizioni che il corpo tenderà ad assumere in opposizione alla forza di gravità saranno sempre posizioni viziate. Vizio che dipenderà anche dalla lassità ligamentosa del soggetto. Per esempio un soggetto con lassità ligamentosa potrebbe avere un appiattimento della volta plantare senza che lo stesso abbia un piattismo dismorfico del piede, così come alcuni soggetti possono accentuare la cifosi dorsale della colonna vertebrale, a tenere la testa protratta in avanti, a tenere le spalle cadenti in abduzione ecc..

Un esempio può essere il portamento rilassato.

In questo problema possiamo trovare tutti o quasi gli atteggiamenti ed i paramorfismi che devono poi essere corretti con la ginnastica correttiva. Nel portamento rilassato caratteristiche sono ipotonia e ipotrofia muscolare oltre che: dorso curvo, pancia in avanti, collo e capo in avanti. Atteggiamenti che purtroppo saranno gli stessi nella quotidianità. Il problema è che non ci sarà l’abitudine a fare esercizi di ginnastica per compensare un po’ i danni di posizioni viziate tenute a lungo. Questo porterà inesorabilmente, con il passare del tempo e con l’invecchiare, colonne vertebrali deformate, rigide, dolenti ed irrimediabilmente compromesse.



Cosa bisogna fare? Prima di tutto alcuni Educatori Fisici dovrebbero correggere il proprio portamento rilassato, visto che non si sono mai posti il problema. Il trattamento con ginnastica del portamento rilassato non è facile e non porta immediatamente dei risultati clamorosi, quindi è importante che ogni qual volta ci si trovi di fronte una tale condizione bisogna consigliare al bambino una ginnastica correttiva specifica per ogni paramorfismo di cui sta diventando portatore associando le seguenti attività: nuoto, attività ludico motoria non agonistica e primariamente ginnastica correttiva. Importanti i giochi quali saltare la fune con due bimbi che la fanno girare e uno salta, saltare da solo la funicella, giochi con la palla. Sono importanti ed efficaci per la componente psicologica che è presente spesso nei soggetti portatori di paramorfismi influenzandoli negativamente quando non si riescono ad eliminare i sensi di inferiorità che spesso influenzano i portamenti viziati in questi bambini.



SCAPOLE ALATE
Si dicono alate quelle scapole che presentano il loro margine vertebrale, soprattutto l’angolo inferiore, scollati dalla gabbia toracica sulla quale dovrebbero poggiare. Problema difficile da diagnosticare soprattutto nei casi di Paramorfismo dove l’esperienza del medico farà la differenza. Quindi il problema diagnostico è di competenza medica mentre il docente di Educazione Fisica potrà solo segnalarlo ai genitori. Il problema terapeutico delle scapole alate paramorfiche invece è di competenza del docente di Educazione Fisica. Quindi possiamo confermare che le scapole alate paramorfiche dipenderanno soltanto da una alterazione, peraltro lieve, dell’equilibrio delle forze muscolari che agiscono sulla scapola e la posizionano nel modo in cui la vediamo. Di conseguenza l’esatta conoscenza della funzione di ogni muscolo che si inserisce sulla scapolapermetterà di individuare quali sono i muscoli deficitari e quali sono gli esercizi efficaci per potenziare i muscoli deboli e allungare i muscoli accorciati.

TRATTAMENTO DELLE SCAPOLE ALATE
Le scapole alate paramorfiche sono fortemente influenzate da fenomeni psichici che in certi momenti possono condizionare la persona andando a modificare il tono muscolare e di conseguenza andando a condizionare il posizionamento della scapola in quel soggetto. La ginnastica correttiva come abbiamo detto prima fa parte dell’Educazione Fisica e quindi potrà agire anche sui fenomeni psichici ed anzi dovrà farlo se vorrà avere successo. 

Esercizi di presa di coscienza:

  • osservazione delle scapole allo specchio girevole
  • movimenti delle spalle eseguiti davanti allo specchio sia con le braccia lungo i fianchi, sia con le braccia tenute ferme in qualsiasi posizione.

 
Esercizi di sbloccaggio:

  • esercizio di scivolamento tratti dal metodo Klapp
  • esercizi col bastone di legno efficaci per allungare le strutture anteriori del cingolo scapolare.


Esercizi di irrobustimento muscolare sui seguenti muscoli:

  • trapezio
  • romboide
  • deltoide
  • grande dentato

importante che durante questi esercizi le spalle siano mantenute basse e il collo in allungamento e fermo.



Infatti può capitare durante questi esercizi di portare avanti il collo e alzare le spalle. Meccanismo che va costantemente contrastato. Nel fare ciò si condizionerà il soggetto paramorfico verso la normalità. Questo esercizio rappresenta la base per poter lavorare sul potenziamento muscolare. Alcuni utilizzano macchine da palestra per poter potenziare questi muscoli, ma va ricordato che per ragioni neuroendocrine questi attrezzi andrebbero utilizzati al di sopra degli undici anni. Inoltre è giusto ricordare che il primo peso da poter utilizzare facilmente per il potenziamento muscolare è rappresentato dal peso corporeo. Riporto qui alcuni esercizi che solitamente utilizzo in questi casi:

  • circonduzioni braccia
  • slanci delle braccia ripetuti fino all’esaurimento della forza
  • esercizi di sospensione attiva e di trazioni agli attrezzi di sospensione
  • importante la gradualità dello sforzo (questi esercizi vanno proposti nella fase conclusiva della seduta)
  • attività sportive quali nuoto sul dorso e rana con capo in fuori.

     

 

Conclusioni
Quanto detto finora ci permette di capire come ampio e variegato sia il settore dei paramorfismi dell’apparato muscolo scheletrico. Approfondire i vari esercizi ginnici che possono essere applicati ai casi specifici è un’operazione molto lunga. Necessario sarebbe uno spazio specifico dove poter parlare del singolo paramorfismo e dei relativi esercizi che si possono applicare. Mi volevo soffermare sull’importanza che riveste la motivazione nel correggere un paramorfismo: senza motivazione da parte del soggetto che deve correggere il paramorfismo lo stesso non si correggerà mai.

Allo stesso modo però anche il Maestro di Ginnastica deve saper motivare oltre ad essere motivato a fare questo lavoro altrimenti il tutto risulterà impossibile. Le domande da porsi come professionista sarebbero queste:

1)      Come posso motivare l’allievo nella correzione?

2)      Come faccio a coinvolgere la famiglia dell’allievo nel processo di correzione?

3)      Come devo gestire la comunicazione con i Fisiatri e/o gli Ortopedici che controllano questi allievi?

4)      Come stimolare i medici a prescrivere la ginnastica correttiva nei casi di paramorfismo e non il nuoto o altre attività?

Questi sono quesiti cui uno specialista del movimento deve saper rispondere. In caso contrario converrebbe fermarsi, capire come funziona questo settore, confrontarsi con gli specialisti del settore e solo dopo decidere di riprendere con l’attività.


prof. Giuseppe Finocchiaro

 

Vuoi contribuire alla rubrica con commenti, osservazioni e suggerimenti? Scrivici! 
informa@danna.it


 

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